Riconoscimento titoli dei rifugiati
La Direzione generale per lo studente, lo sviluppo e l’internazionalizzazione della formazione superiore del MIUR, all’interno delle “Procedure per l’accesso degli studenti stranieri richiedenti visto ai corsi di formazione superiore del 2017-2018”, ha invitato le istituzioni di formazione superiore italiane a «svolgere riconoscimenti dei cicli e dei periodi di studio svolti all’estero e dei titoli di studio stranieri, ai fini dell’accesso all’istruzione superiore, del proseguimento degli studi universitari e del conseguimento dei titoli universitari italiani (art. 2 Legge 148/2002)» e «a porre in essere tutti gli sforzi necessari al fine di predisporre procedure e meccanismi interni per valutare le qualifiche dei rifugiati e dei titolari di protezione sussidiaria, anche nei casi in cui non siano presenti tutti o parte dei relativi documenti comprovanti i titoli di studio».
Servizi attivi in tema di riconoscimento dei titoli di rifugiati
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Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) ha attivato un servizio di richiesta di “Dichiarazione di valore” per i rifugiati e i titolari di protezione internazionale e sussidiaria.
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La piattaforma CIMEA for Refugees è il portale che CIMEA mette a disposizione gratuitamente per la richiesta degli Attestati di Comparabilità dei rifugiati (che abbiano ottenuto lo status di asilo politico o protezione sussidiaria in Italia) che abbiano necessità di ricevere una valutazione, laddove fossero interessati a proseguire gli studi in Italia.
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L’Università di Catania ha aderito al Coordinamento Nazionale sulla Valutazione delle Qualifiche dei Rifugiati (CNVQR): una rete informale di esperti del settore amministrativo operanti all’interno delle istituzioni di istruzione e formazione superiore che si occupano di riconoscimento delle qualifiche, per condividere le pratiche valutative, i casi problematici, le fonti informative e le prassi metodologiche nei casi di valutazione delle qualifiche in possesso di rifugiati, anche in assenza o con scarsa documentazione.
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L’Università di Catania in collaborazione con il CIMEA procede al rilascio del Pass Accademico delle Qualifiche dei Rifugiati, che, attraverso una procedura innovativa di riconoscimento consente di valutare le qualifiche dei titolari di protezione internazionale anche nei casi di documentazione frammentaria o del tutto assente, ai fini dell’ammissione ai corsi dell’Ateneo.
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L’Università di Catania è tra le istituzioni accademiche che, in ottemperanza alla “Convenzione sul riconoscimento dei titoli di studio relativi all’insegnamento superiore nella Regione europea” (anche nota come Convenzione di Lisbona) del 1997, valuta i titoli accademici e scolastici dei rifugiati politici. L’Ateneo partecipa, infatti, al progetto sperimentale per il rilascio dell’ "European Qualifications Passport for Refugees", un documento che valuta i titoli di istruzione superiore dei rifugiati sulla base della documentazione disponibile e di una valutazione in presenza e che contiene anche le informazioni sull’esperienza lavorativa e la competenza linguistica del candidato. Questo documento fornisce informazioni affidabili per facilitare il processo di integrazione e di progressione lavorativa, nonché l’ammissione ai corsi di studio successivi. Si tratta di un sistema di valutazione dei rifugiati, valido anche per coloro che non dispongono della documentazione completa sui propri titoli di studio. Al progetto, promosso dal Consiglio d’Europa e dal Miur e coordinato a livello nazionale dal Centro nazionale di Informazione sul Riconoscimento dei Titoli di Studio (Cimea), partecipano i 32 atenei italiani, tra cui quelli di Palermo e Catania. A livello internazionale aderiscono il Ministero dell'Istruzione, della Ricerca e degli Affari religiosi greco, la Norwegian Agency for Quality Assurance in Education (Nokut), lo Uk National Academic Recognition Information Centre (Naric) e il Doatap (Hellenik Naric), con il coinvolgimento dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Per maggiori informazioni e approfondimenti, si consulti la seguente pagina del sito del Consiglio d'Europa.