Territorio, migrazioni, ambiente e mafie (a.a. 2016/17)
I laboratori attivati per l'anno accademico 2016/17:
- Migrazioni, diritti e confini - Strategie europee e dimensioni locali
- Storia, ambiente, Mediterraneo
- Donne e mafia
- I paesaggi delle mafie
- Genesi e trasformazioni degli strumenti normativi di contrasto alle associazioni mafiose
Migrazioni, diritti e confini - Strategie europee e dimensioni locali
Dipartimenti: Scienze politiche e sociali - Giurisprudenza
Coordinamento: Teresa Consoli (dipartimento di Scienze politiche e sociali) - Adriana Di Stefano (dipartimento di Giurisprudenza)
Contenuti: il Laboratorio propone una lettura interdisciplinare del fenomeno delle “migrazioni forzate” alla luce delle emergenze sollevate dalla gestione dei flussi transfrontalieri in Europa e delle sfide poste dal governo locale dei modelli di protezione internazionale e di accoglienza proposti dal diritto internazionale ed europeo. Gli incontri intendono alimentare una riflessione critica sugli standard di applicazione del diritto dei rifugiati e sulla tutela dei migranti forzati in Europa nella prospettiva della valorizzazione dei diritti fondamentali dei soggetti in fuga da guerre o persecuzioni nel contesto specifico dei territori di frontiera e delle relative politiche di accoglienza e integrazione dei migranti.
Il ripensamento delle dimensioni sociologiche e giuridiche della protezione internazionale alla luce dei diritti connessi allo ius migrandi ha come obiettivo quello della valorizzazione dei percorsi di inclusione attraverso la cultura, l’accesso ai percorsi educativi e formativi e l’assistenza legale dei giovani migranti ammessi nei circuiti di accoglienza locali. Il laboratorio include incontri e materiali di approfondimento in italiano e in inglese e si propone di incoraggiare la partecipazione di studenti internazionali e di giovani richiedenti asilo e rifugiati, interessati a iscriversi. Le attività sono inoltre aperte a tutti gli insegnanti, gli operatori sociali e ai cittadini interessati.
Quale iniziativa strategica di terza missione volta a favorire il supporto, l’inclusione e l’integrazione nei percorsi educativi e culturali di persone con un passato di migrazione, il Laboratorio intende coinvolgere attivamente gli enti associati nelle iniziative di supporto dei giovami migranti rifugiati o richiedenti protezione internazionale nell’accesso agli studi superiori e universitari. I giovani stranieri richiedenti asilo o rifugiati iscritti al Laboratorio avranno l’opportunità di avviare un percorso di prima informazione sui diritti e le opportunità associati al loro status e di accedere a servizi di supporto e formazione per il primo inserimento nel modo universitario e l’acquisizione di competenze utili per l’accesso al mondo del lavoro.
Didattica e calendario: incontri di 1/2 ore per un totale di 18 ore di didattica frontale; in programma nel corso del primo e del secondo semestre 2016/17
Verifica finale: prova d’aula / test scritto a risposta multipla
Iscrizione: è sufficiente inviare un'email alle coordinatrici Teresa Consoli (consoli@unict.it) e Adriana Di Stefano (adistefano@lex.unict.it) specificando il corso di laurea e il proprio numero di matricola.
Associazioni partecipanti: Il Laboratorio prevede il coinvolgimento di alcuni attori istituzionali e della società civile impegnati nel territorio sulle questioni che riguardano, a diversi livelli, la governance dei fenomeni migratori, con particolare riferimento ai profili socio-giuridici dell’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati; Centro Astalli, Catania; Casa dei Popoli, Catania; Centri SPRAR territoriali; Fondazione IDOS; Croce Rossa Italiana, Comitato di Catania; Workshop su Clinica Legale e Giustizia Sociale presso il Centro Studi “Coesione e Diritto”, Catania.
Storia, ambiente, Mediterraneo
Dipartimento: Scienze umanistiche
Coordinamento: Salvatore Adorno (dipartimento di Scienze umanistiche), Marisa Meli (dipartimento di Giurisprudenza)
Contenuti: Il laboratorio propone una lettura della questione ambientale nell’area mediterranea in una prospettiva storica ancorata soprattutto al ‘900 e con una chiave interdisciplinare. Il laboratorio intende partire dalle questioni ambientali di oggi legate ai temi dell’inquinamento, del cambiamento climatico, delle migrazioni, della perdita della biodiversità, della gestione dei beni comuni, del degrado del territorio, nella convinzione che l’elaborazione di strategie di sviluppo sostenibile non possano fare a meno di una riflessione sulle radici storiche dei problemi attuali. Verranno affrontate alcune tematiche specifiche: "I principi delle politiche ambientali europee e le risposte delle legislazioni nazionali" (con particolare riferimento a quella italiana); "Industrializzazione e deindustrializzazione delle aree costiere, questione ambientale e nuove politiche di sviluppo"; "Energia, risorse, ambiente e migrazioni nell’area costiera nord africana e medio orientale"; "La questione ambientale in Italia tra storia, politiche di tutela e prospettive di sviluppo sostenibile".
Didattica e calendario: Il laboratorio si svolgerà tra la fine del 1° e per tutto il 2° semestre con 12 ore di didattica frontale e 6 ore di didattica seminariale, per un totale di 18 ore.
Verifica finale: presentazione in aula di una relazione o di un power point da parte degli allievi.
Iscrizione: gli studenti che intendono partecipare devono iscriversi inviando un'email ai docenti salvoadrono@alice.it o mameli@lex.unict.it, specificando il dipartimento di afferenza e il numero di matricola.
Enti o associazioni partecipanti: Legambiente Catania, Centro studi interdipartimentale Territorio Sviluppo Ambiente, CNR ISSM Napoli
Mafie e informazione - L'azione civile del giornalista, i rischi, il rapporto con le istituzioni, la deontologia professionale
Dipartimento: Scienze umanistiche
Coordinamento: Alessandro De Filippo (dipartimento di Scienze umanistiche), Antonio Fisichella (Fondazione Fava).
Contenuti: Il tema principale del laboratorio riguarda il rapporto tra le mafie e l'informazione. Le pressioni subite dai giornalisti, le intimidazioni, la “macchina del fango”, il rapporto con le istituzioni, la deontologia professionale, sono aspetti complessi che vanno analizzati in maniera integrata. Preliminarmente all'inizio del laboratorio, sarà aperta su Google Drive una piattaforma condivisa, sulla quale discutere l'offerta didattica da rivolgere agli studenti. Il confronto con le associazioni di volontariato porterà a una pianificazione di massima del programma e una sua possibile calendarizzazione che veda tutti – docenti e associazioni – disponibili.
Didattica e calendario: 2° semestre. Il laboratorio prevede 6 incontri, ciascuno di 3 ore, con una breve pausa. Almeno 2 incontri, dei 6 totali, saranno dedicati a far emergere le impressioni e le riflessioni degli studenti.
Verifica finale: Report sulla circolazione di alcune notizie inerenti la criminalità organizzata
Iscrizione: inviare un'email all’indirizzo adefilippo@unict.it specificando il corso di laurea e il proprio numero di matricola.
Associazioni partecipanti: Fondazione Fava, I Siciliani Giovani, Cives Pro Civitate, Ass. “G. Scidà”
Donne e mafia
Dipartimento: Scienze umanistiche
Coordinamento: Simona Laudani (dipartimento di Scienze umanistiche)
Contenuti: Il laboratorio intende ricostruire i cambiamenti che il ruolo delle donne ha conosciuto nelle organizzazioni criminali. Per decenni parlare di donne di mafie ha significato occuparsi di vittime della mafia o di donne che si erano ribellate. Dopotutto si trattava di organizzazioni fortemente connotate da codici culturali maschili. Le donne si collocavano sullo sfondo: c’erano ma non si vedevano, erano “donne ombra”. Si pensava che le donne, nelle organizzazioni mafiose, non potessero agire autonomamente e individualmente. Ma a partire dagli anni’90, a causa dei gravi colpi inferti dalla magistratura, le donne sostituiscono i mariti e i fratelli nell’attiva gestione del business criminale. Inoltre le mafie rispecchiano sempre, seppure in maniera distorta, la società circostante. Così il ruolo della figura femminile dentro le mafie è ormai cambiato. Da gregarie, complici e conniventi a protagoniste della scena criminale. Nei clan si femminilizzano compiti prima appannaggio esclusivamente degli uomini. Le donne diventano intestatarie di società a fini di riciclaggio di denaro sporco, praticano l’usura, gestiscono attivamente patrimoni, impartiscono ordini a molti uomini, partecipano agli agguati mortali, gestiscono piazze di spaccio e business delle estorsioni. Scalano i vertici della piramide criminale. Dinamiche interne alla criminalità, mutamenti sociali e di costume sembrano delineare un nuovo, oscuro e drammatico rapporto tra donne, violenza ed “emancipazione”. In linea di massima, il corso dovrebbe avere la seguente articolazione: 1) Il genere come categoria analitica; 2) Il ruolo delle donne nelle mafie italiane. Analogie e differenze; 3) Donne di Mafia e informazione; 4) Donne, Mafia, antimafia; 5) Donne di mafia nella letteratura e nel cinema; 6) Narrazioni al femminile di cosa nostra.
Didattica e calendario: Il corso prevede un numero complessivo di sei incontri di 3 ore ciascuno e si svolgerà a partire dal mese di ottobre 2016. La frequenza è obbligatoria per almeno 4 delle 6 lezioni.
Iscrizione: inviare un'email all’indirizzo simlau@tiscali.it specificando il corso di laurea e il proprio numero di matricola.
Associazioni partecipanti: Fondazione Giuseppe Fava, UDI, CGIL
I paesaggi delle mafie (in memoria del prof. ing. Pippo D’Urso)
Dipartimenti: Ingegneria civile e Architettura - Scienze della Formazione
Coordinamento: Filippo Gravagno (Dicar) - Roberta Piazza (Disfor)
Contenuti: Il laboratorio Paesaggi delle Mafie punta a un'analisi critica del rapporto che intercorre fra il crimine organizzato e il paesaggio, inteso sia nelle proprie forme fisiche sia in quelle del vissuto sociale, partendo dalla percezione di chi lo vive. La percezione degli abitanti è, infatti, fattore costitutivo del Paesaggio stesso, così come evidenziato dalla Convenzione Europea ratificata a Firenze nel 2000.
Lo scopo del laboratorio, a cui collabora il Cure (Centro interdipartimentale di ricerca per il Community University Engagement), è quello di stimolare negli studenti ragionamenti approfonditi sulle dinamiche sociali, culturali, economiche e politiche, interconnesse con gli elementi fisici del territorio, attraverso percorsi educativi di comunità. In altre parole, gli studenti sono invitati a ragionare, insieme alle comunità locali, su come sia possibile far emergere le relazioni deviate e il modo in cui esse influenzano la produzione di paesaggi. Si propone quindi agli studenti di esplorare un approccio alla pianificazione territoriale che parta dal racconto del vissuto (storytelling) di coloro i quali si trovano a vivere in contesti permeati dalla criminalità organizzata e informati da un milieu culturale che ne favorisce le attività. Gli studenti saranno quindi chiamati a sperimentare strumenti operativi di educazione di comunità che possano indagare, sintetizzare e comunicare tali dinamiche attraverso un’analisi critica del paesaggio.
Didattica e calendario: I e II semestre (annuale)
Iscrizione: inviare un email a paesaggidellemafie@gmail.com specificando il corso di laurea e il proprio numero di matricola.
Associazioni partecipanti: Fondazione Borsellino, Ass. Orti di Pace di Sicilia, Briganti di Librino, Circolo Faber, Malastrada, Vivisimeto, Ass. Valle del Simeto, Ass. Terre di Paliche, Iqbalmasih, Presidio Partecipativo del Patto per il fiume Simeto, Istituti Penali Minorili di Acireale e Catania, Punto Luce di Catania.
Genesi e trasformazioni degli strumenti normativi di contrasto alle associazioni mafiose
Dipartimento: Giurisprudenza
Coordinamento: Ernesto De Cristofaro (dipartimento di Giurisprudenza)
Contenuti: Obiettivo del laboratorio è approfondire, è approfondire, soffermandosi sui principali snodi cronologici e tematici, attraverso quali dispositivi giuridici –legislativi, amministrativi, giudiziari- e con quali effetto lo Stato italiano abbia, sin dai primi anni successivi alla sua formazione, affrontato le più gravi manifestazioni di criminalità di stampo associativo. Si cercherà –a partire da fonti storiche, normative, giudiziarie, giornalistiche- di presentare una lettura della storia politica e civile dell’Italia osservata dal punto di vista degli “anticorpi” legali che l’organismo istituzionale del Paese ha attivato contro patologie tanto aggressive e resistenti quanto capaci di adattamento e mimetizzazione come sono state, sin dal loro sorgere, le organizzazioni mafiose.
Didattica e calendario: II semestre
Iscrizione: inviare un email a edecristofaro@lex.unict.it specificando il corso di laurea e il proprio numero di matricola.
Associazioni partecipanti: Libera