Vedere l'invisibile: recenti tecnologie per la lettura dei rotoli carbonizzati di Ercolano
La cosiddetta Villa dei Papiri di Ercolano, una delle più grandi e sontuose ville romane mai esplorate, riportata alla luce per volere di Carlo III di Borbone tra il 1750 ed il 1764, ha restituito l’unica biblioteca dell’antichità, in cui oltre mille rotoli di papiro, per lo più con testi greci di filosofia epicurea oltre ad alcuni in latino, tra cui un anonimo De bello Actiaco sulla guerra tra Marco Antonio e Cleopatra contro Ottaviano, si sono conservati, carbonizzati e compattati dall’azione dell’eruzione vulcanica del 79 d.C..
Circa la metà dei rotoli, scoperti tra il 1752 e il 1754 nella dimora che si presume si appartenuta al suocero di Giulio Cesare Lucio Calpurnio Pisone Cesonino, protettore del filosofo Filodemo di Gadara, le cui opere erano conservate all'interno, è stata aperta con sistemi invasivi fino alla fine del XX secolo. Ma altri 500 rotoli, particolarmente refrattari a ogni intervento con i metodi tradizionali, sono ancora oggi chiusi e conservati con gli altri nella Biblioteca Nazionale di Napoli.
Grazie a un progetto dell’Università del Kentucky, che coinvolge studiosi di tutto il mondo (con due papirologi italiani), alcuni finanziatori americani hanno organizzato una competizione internazionale, che ha permesso di scoprire recentemente una tecnica in grado di individuare le tracce di inchiostro nei papiri ancora chiusi, ma digitalizzati attraverso microtomografie ai raggi x.
Di queste nuove tecniche e delle strabilianti scoperte che ne possono derivare parlerà il prof. Gianluca Del Mastro, papirologo dell’Università della Campania, che interverrà venerdì 8 marzo alle 10 nell’ex cappella della Scuola Superiore dell’Università di Catania (via Valdisavoia 9), su invito del direttore della Scuola di specializzazione in Beni archeologici Unict Daniele Malfitana.
L’intervento, incentrato sulla presentazione delle ricerche svolte con il supporto delle recenti tecnologie per la lettura dei rotoli carbonizzati di Ercolano, si rivolge alla comunità scientifica e non solo, per il grande valore degli studi e delle scoperte, di interesse congiunto fra umanisti ed esperti nel settore delle scienze dure applicate all’utilizzo di avanzati apparati tecnologici anche di tipo informatizzato. «Il momento che tutti gli studiosi hanno sempre sognato è arrivato – spiega infatti il prof. Del Mastro, allievo del grande papirologo e bizantinista Marcello Gigante -. La possibilità di leggere i papiri carbonizzati di Ercolano ci permetterà, in tempi rapidissimi, di conoscere aspetti della cultura greca e romana che non ci sono ancora pervenuti dalla tradizione medievale».
«Il seminario del prof. Del Mastro – osserva il prof. Malfitana - è stata voluta per dimostrare ancora una volta come le discipline tecnologiche siano in grado di aiutare quelle umanistiche. Sembrava impensabile, fino a pochi giorni fa, trovare una via per leggere papiri rovinati da eventi catastrofici; eppure, quando la tecnologia, ben guidata dallo storico desideroso di sapere, affina le proprie armi, i risultati si ottengono. Siamo contenti che l’illustre papirologo napoletano abbia scelto Catania come una delle prime occasioni per parlare in pubblico di questa straordinaria scoperta che riscrive pezzi di storia e letteratura del mondo classico».