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Ecco la nuova ‘fotografia’ dei laureati catanesi

Presentati questa mattina i dati dell’indagine AlmaLaurea 2024: il 90% dei laureati è soddisfatto dell’esperienza a Unict. Tassi di occupazione al 64,2% tra i laureati triennali, a un anno dal titolo, e all’85,2% per i laureati magistrali a cinque anni da
13 Giugno 2024

L’88% dei laureati dell’Università di Catania è soddisfatto del rapporto con i propri professori, l’82,2% ritiene il carico di studio affrontato adeguato alla durata del corso, l’82,7% considera adeguate le aule messe a disposizione dall’Ateneo. Più in generale, il 90,7% dei neo-dottori catanesi si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria nel suo complesso, tanto che quasi il 70% di loro si riscriverebbe al Siciliae Studium Generale per frequentare lo stesso corso, mentre il 7,2% resterebbe a Catania ma provando un altro percorso formativo.

Sono alcuni dei dati che emergono dal Rapporto AlmaLaurea 2024 su Profilo e Condizione occupazionale dei laureati italiani, presentato questa mattina nel corso del Convegno “Laureati e dimensioni internazionali: dall’università al mercato del lavoro”, organizzato dal Consorzio AlmaLaurea insieme all’Università degli Studi di Trieste e al Ministero dell’Università e della Ricerca.

L’atteso report annuale ha analizzato complessivamente le performance formative di circa 300 mila laureati del 2023 di 78 università italiane - 163 mila di primo livello, 102 mila dei percorsi magistrali biennali e 31 mila a ciclo unico -, raccogliendo la loro opinione per ricavare un indice di soddisfazione per l’esperienza universitaria appena conclusa. Ben 660 mila laureati di primo e secondo livello del 2022, 2020 e 2018 contattati, rispettivamente, a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo, sono stati interrogati invece sulla loro condizione occupazionale, a Catania complessivamente 11.049 laureati.

Laureati triennali a un anno dal titolo

In questo caso, sono stati focalizzati, in particolare, i dati di quei laureati triennali che, dopo l’ottenimento del titolo, hanno scelto di non proseguire gli studi universitari e di immettersi direttamente nel mercato del lavoro, impegnandosi in un’attività retribuita di lavoro o di formazione: a Catania questa percentuale è del 23,5% sui 3.241 laureati triennali del 2022 contattati a un anno dalla laurea. Il 64,2% di questo scaglione risulta occupato (la media nazionale 74,1%), mentre il tasso di disoccupazione (calcolato sulle forze di lavoro, cioè su coloro che sono già inseriti o intenzionati a inserirsi nel mercato del lavoro) è pari al 16,0%.

Alcuni tra gli occupati proseguono il lavoro iniziato prima della laurea (il 17,4%), il 16,3% ha invece cambiato lavoro; il 66,0% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Il 35,6% degli occupati può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 31,8% su un contratto alle dipendenze a tempo determinato. Il 9,4% svolge un’attività in proprio (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.). Il lavoro part-time coinvolge il 22,7% degli occupati. La retribuzione è in media di 1.297 euro mensili netti, a fronte di una media italiana pari a 1384.

Viene poi presa in considerazione l’efficacia del titolo di studio che combina la richiesta della laurea triennale per l’esercizio del lavoro svolto e l’utilizzo, nel lavoro, delle competenze apprese all’università. Il 60,3% degli occupati considera il titolo molto efficace o efficace per il lavoro svolto. Più nel dettaglio, il 53,7% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università.

Laureati magistrali (biennali e a ciclo unico) a uno e cinque anni dal titolo

I numeri tendono fisiologicamente a migliorare se si va ad esaminare la condizione occupazionale dei laureati di secondo livello rispettivamente a uno e a cinque anni dalla laurea. Tra i 2.453 laureati di secondo livello del 2022 intervistati a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è pari al 67,5%. Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, è pari al 16,2%. Il 24,4% degli occupati può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato mentre il 27,3% su un contratto alle dipendenze a tempo determinato. L’8,1% svolge un’attività in proprio (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.). Il lavoro part-time coinvolge il 21,5% degli occupati. Il 71,7% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo e il 60,9% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite durante il percorso di studi.

A cinque anni dal titolo, il tasso di occupazione dei 2.609 laureati di secondo livello del 2018, è pari all’85,2% (82,7% per i magistrali biennali e 88,3% per i magistrali a ciclo unico). Il tasso di disoccupazione è pari al 6,0% (7,1% per i magistrali biennali e 4,5% per i magistrali a ciclo unico). Gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato sono il 42,3%, mentre gli occupati con un contratto a tempo determinato sono il 17,8%. Svolge un’attività in proprio il 18,9%. Le retribuzioni arrivano in media a 1.661 euro mensili netti (1.615 per i magistrali biennali e 1.718 per i magistrali a ciclo unico). L’82,4% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro svolto e il 68,8% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università. Il 55,5% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 42,5% nel pubblico; l’1,9% lavora nel non-profit. L’ambito dei servizi assorbe l’84,3%, mentre l’industria accoglie il 14,7% degli occupati; 0,8% la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.

Età media alla laurea

Un ultimo dato riguarda l’età media alla laurea che è pari a 24,8 anni per i laureati di primo livello e di 28,0 anni per i magistrali biennali. Un dato su cui incide il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario: non tutti i diplomati, infatti, si immatricolano subito dopo aver ottenuto la maturità.

Il 51,2% dei laureati termina l’università in corso: in particolare è il 50,0% tra i triennali e il 58,7% tra i magistrali biennali.

Il voto medio di laurea è 105,4 su 110: 103,3 per i laureati di primo livello e 109,4 per i magistrali biennali.