Università di Catania
Seguici su
Cerca

Biotecnologie e alimentazione, a Catania 400 ricercatori per parlare di innovazione e affrontare le sfide del sistema alimentare globale

Da domani a venerdì il punto sulle tecniche di recupero degli scarti alimentari, sulle scelte di industrie e consumatori e sulla necessità di trovare soluzioni sostenibili alla fame e allo spreco alimentare
17 Settembre 2024

Riciclare fermentando. E’ questa la formula che sintetizza l’insieme più differenziato di opzioni per il recupero e la valorizzazione di scarti e surplus dell’industria alimentare. Ciò che residua dai processi produttivi delle varie filiere può infatti essere utilizzato come substrato per la coltivazione di microrganismi utili come starter per l’industria alimentare, di probiotici, di microrganismi utili per la biopreservazione o il biocontrollo, o ancora in grado di sintetizzare molecole d’interesse alimentare, agrario, cosmetico e farmaceutico.

Alternative biotecnologiche per la valorizzazione di scarti non edibili includono invece la possibilità di produrre, mediante processi fermentativi con microrganismi selezionati, bioplastiche o ammendanti per i suoli agrari, consentendo in questo modo di poter ipotizzare strategie a zero scarti (“zero-waste”). «L’intero scarto alimentare – precisa il prof. Carlo Rizzello, docente all’Università La Sapienza di Roma ed esponente della Società Italiana di Microbiologia Agraria, Alimentare e Ambientale - può infine essere convertito in nuovi ingredienti alimentari, permettendone la re-introduzione nella filiera produttiva».

E’ uno dei numerosi argomenti di spicco che verranno illustrati nel corso del 28esimo Workshop on the Developments in the Italian PhD Research on Food Science Technology and Biotechnology, ospitato da domani – mercoledì 18 settembre – fino a venerdì 20 nella sede di Palazzo Platamone, su iniziativa del dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania.

La manifestazione è l’occasione annuale di incontro e confronto di tutte le scuole di dottorato italiane nel settore delle Scienze e Tecnologie alimentari, con la partecipazione di circa 400 ricercatori. È organizzata dal Gruppo Nazionale dei Coordinatori dei dottorati e dalle società: SISTAL (Società Italiana di Scienze e Tecnologie Alimentari), SISS (Società Italiana di Scienze Sensoriali) e SIMTREA (Società Italiana di Microbiologia Agraria, Alimentare e Ambientale). Durante l’evento saranno assegnati anche i premi SISS (Best Sensory PhD Contribution Award), per la migliore ricerca nel settore delle scienze sensoriali, e il premio “What for”, organizzato con il Cluster Agrifood Nazionale CL.A.N, al miglior progetto industrializzabile.

“Coltivare una mentalità imprenditoriale” è il titolo della relazione plenaria di Chiara Menini, Education Manager a EIT Food, che si concentrerà sulla promozione dell'innovazione per affrontare le sfide del sistema alimentare globale, quali la fame e lo spreco alimentare, da un lato, l’obesità dall’altro, in cerca di soluzioni sostenibili. «I problemi possono però divenire opportunità – spiega Menini – per molti ricercatori che riescano a sviluppare soluzioni che non solo rispondano alle esigenze del mercato, ma creino valore ambientale e sociale, oltre che economico, con un'attenzione particolare alla sperimentazione e all'iterazione per perfezionare le idee».

L’ultimo keynote speaker, Sara Spinelli (presidente Società Italiana Scienze Sensoriali), parlerà infine del ruolo delle emozioni, della sensibilità o della personalità e di come esse influiscano sulle scelte dei consumatori e delle industrie impegnate nello sviluppo di nuovi prodotti alimentari.